Chi è RLS?
Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (da qui in poi RLS) è una figura aziendale prevista dal D.Lgs. 81/08 in tutte le aziende allo scopo di rendere possibile la collaborazione da parte dei lavoratori nella scelta e nella verifica delle misure di prevenzione previste dalla legge per la tutela di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, come già previsto dallo Statuto dei Lavoratori (L. n. 300/1970).
Nonostante l’individuazione del RLS e (o, come alcuni dicono, la “nomina del RLS”) sia sempre prevista, sia il numero minimo di RLS che le modalità per designazione ed elezione cambiano in base alle dimensioni dell’azienda e al settore di appartenenza.
Quando è previsto?
Le regole attuali stabiliscono che nelle aziende o unità produttive con un numero massimo di 15 dipendenti, il RLS è solitamente eletto direttamente dai lavoratori, individuandolo al loro interno. Nelle aziende o unità produttive che contano più di 15 lavoratori, il RLS è comunque eletto o designato dai lavoratori, all’interno delle rappresentanze sindacali aziendali, laddove presenti.
Vediamo di seguito un approfondimento sul tema affrontando i seguenti argomenti:
- Come eleggere o designare il RLS?
- È obbligatoria la designazione o l’elezione del RLS in azienda?
- I compiti del RLS: quali sono?
- Quale è il numero minimo di RLS nelle aziende più grandi?
- In caso di più unità locali come funziona?
- Quale formazione deve ricevere il RLS?
- Quali sono le durate e i programmi dei corsi per il RLS?
- Il RLS deve effettuare un Aggiornamento formativo?
1. Come eleggere o designare il RLS?
L’Elezione o la Designazione del RLS è una facoltà dei lavoratori e non costituisce un obbligo del Datore di Lavoro, il quale, peraltro, una volta chiesta ai lavoratori tale Elezione o Designazione, non ha alcun titolo decisionale al riguardo. La legge (D. Lgs. 81/08) prevede solo il numero minimo di RLS e che questa figura non può coincidere con il RSPP nominato dal Datore di Lavoro. Per l’elezione di solito viene elaborato e firmato un verbale di elezione in cui si da evidenza del processo elettivo dei lavoratori.
2. È obbligatoria la designazione o l’elezione del RLS in azienda?
La designazione o l’elezione del RLS è un diritto / dovere dei lavoratori, non un obbligo a carico del datore di lavoro. Insomma, contrariamente alla convinzione di alcuni, il datore di lavoro non deve procedere alla nomina del RLS!
Qualora i lavoratori non procedano alla elezione o nomina del RLS, il datore di lavoro non incorre in alcuna sanzione. Per contro, è un obbligo del datore di lavoro informare i lavoratori sulla possibilità di elezione o nomina del RLS, nonché il formare il RLS individuato dai lavoratori secondo quanto previsto dalla legislazione vigente.
Ricordiamo però che, qualora i lavoratori non abbiano eletto o designato il RLS nella propria azienda, le funzioni del RLS saranno svolte dal Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (RLST).
Il D.Lgs. 81/08 non prevede dei veri e propri obblighi per il RLS, bensì delle attribuzioni, spesso chiamate “compiti del RLS”. Il RLS in sostanza ha dei diritti, non degli obblighi.
3. Quali sono i compiti del RLS?
I compiti del RLS possono essere così riassunti:
- può accedere nei locali aziendali dove si effettuano i lavori allo scopo di verificare la congruenza delle condizioni di lavoro rispetto agli obiettivi aziendali e di legge per salute e sicurezza, ricevendo informazioni e documentazione aziendale inerente alla valutazione dei rischi e le misure di prevenzione relative, nonché quelle inerenti alle sostanze ed alle miscele pericolose, alle macchine, agli impianti alla organizzazione e agli ambienti di lavoro, agli infortuni ed alle malattie professionali;
- viene consultato preventivamente dal datore di lavoro riguardo la valutazione dei rischi nonché la programmazione e la realizzazione della prevenzione aziendale;
- viene consultato riguardo alla designazione del responsabile e degli addetti dei servizi di prevenzione, alla nomina degli addetti alla gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro e del medico competente; viene consultato in merito ai programmi formativi aziendali in materia di salute e sicurezza del lavoro; riceve le informazioni provenienti dai servizi di vigilanza;
- promuove l’elaborazione, l’individuazione e l’attuazione delle misure di prevenzione idonee a tutelare la salute e l’integrità fisica dei lavoratori; comunica al datore di lavoro i rischi individuati durante il suo lavoro;
- partecipa alla riunione periodica sulla sicurezza indetta con cadenza almeno annuale nelle aziende con più di 15 lavoratoriù;
- ha la possibilità di ricorrere alle autorità competenti qualora ritenesse che le misure preventive presenti in azienda siano insufficienti a garantire la tutela fisica dei lavoratori.
4. Quale è il numero minimo di RLS nelle aziende più grandi?
In ogni caso il numero minimo dei RLS è il seguente:
a) un rappresentante nelle aziende ovvero unità produttive sino a 200 lavoratori;
b) tre rappresentanti nelle aziende ovvero unità produttive da 201 a 1.000 lavoratori;
c) sei rappresentanti in tutte le altre aziende o unità produttive oltre i 1.000 lavoratori.
5. In caso di più unità locali come funziona?
Il RLS è istituito a livello aziendale e se l’azienda ha più unità produttive ovvero diverse unità locali come bisogna regolarsi? Bisogna prima di tutto chiarire la definizione di unità produttiva nel D.Lgs. 81/08. Per “unità produttiva” si intende uno stabilimento o struttura finalizzati alla produzione di beni o all’erogazione di servizi, dotati di autonomia finanziaria e tecnico funzionale. Per cui il RLS deve essere eletto per singola unità produttiva se ricorrono le condizioni suddette.
5.Quale formazione deve ricevere il RLS?
Per poter adempiere ai propri compiti e svolgere correttamente le attività che gli competono, il RLS necessita di formazione, conoscenze e competenze ulteriori rispetto a quella già in suo possesso come lavoratore. In virtù delle sue funzioni, che includono un’azione di “vigilanza” interna, e della posizione che lo vede avere rapporti sia con i lavoratori suoi colleghi che con i vertici del sistema di prevenzione aziendale (datore di lavoro, RLS, Medico Competente), occorre infatti un approfondimento relativo sia l’identificazione e le principali misure per la gestione dei rischi per salute e sicurezza sul lavoro, che rispetto alle criticità che possono sorgere nel relazionarsi con soggetti il cui ruolo è, almeno in apparenza, contrapposto al suo.
Il RLS ha dunque diritto ad una formazione particolare in materia di salute e sicurezza, prevista dall’art. 37, del D.Lgs. 81/2008, finalizzata a permettere al RLS di poter raggiungere adeguate conoscenze circa i rischi lavorativi esistenti negli ambiti in cui esercita la propria rappresentanza, adeguate competenze sulle principali tecniche di controllo e prevenzione dei rischi stessi, nonché principi giuridici comunitari e nazionali, legislazione generale e speciale in materia di salute e sicurezza sul lavoro, principali soggetti coinvolti e relativi obblighi e aspetti normativi della rappresentanza dei lavoratori e tecnica della comunicazione.
6. Quali sono le durate e i programmi dei corsi per il RLS?
La durata minima della formazione per il RLS è di 32 ore, di cui 12 dovranno vertere su rischi specifici e sulle conseguenti misure di prevenzione e protezione. Al termine dell’attività formativa deve essere svolta una verifica di apprendimento.
7. Il RLS deve effettuare un Aggiornamento formativo?
La contrattazione collettiva nazionale disciplina le modalità dell’obbligo di aggiornamento periodico annuale per il RLS, la cui durata non può essere inferiore a 4 ore annue per le imprese che occupano dai 15 ai 50 lavoratori e a 8 ore annue per le imprese che occupano più di 50 lavoratori.
Per le aziende con meno di 15 lavoratori, benché sempre previsto obbligatoriamente un aggiornamento per il RLS, nella legislazione vigente non è indicata la durata minima di tale aggiornamento formativo. In assenza di indicazioni da parte della legislazione, per le aziende con meno di 15 lavoratori si ritiene adeguata una formazione di durata non inferiore a 4 ore all’anno, come per le aziende con più di 15 lavoratori e fino a 50.
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